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Lontano, sforzato,
piangente,
un grido, di notte, si
sente,
lamento e singhiozzo
avvilito,
oppresso, stupito,
smarrito..
E' sempre lo stesso, non
muta:
s'innalza e strozzato
s'attuta ...
E' un grido d'aiuto? un
richiamo
d'amore? un piangere gramo
che indichi un corpo che
langue,
un cuore soffrente ed
esangue? ...
Non so, ma opprime di certo,
nel grande notturno deserto.
Nel tetro silenzio dell'ora,
quel grido mi scuote,
m'accora.
E' un povero uccello che
geme,
e il cuore a sentirlo mi
freme,
chè avverto in quel pianto
smarrito,
del mondo il dolore
infinito.
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